Il Santuario
di Romituzzo
Percorrendo la Cassia, alla periferia sud di Poggibonsi,
troviamo il Santuario di Romituzzo. Questo nome derivò
dal romitaggio che alcune donne avevano stabilito in
quel luogo, allora solitario, già all'inizio
del 1300.
Vicino all'abitazione di queste eremite fu costruito
un tabernacolo nel quale, fra la fine del 1300 e gli
inizi del 1400, fu dipinta da un ignoto artista di scuola
senese l'immagine della Madonna col Bambino.
Col crescere della devozione verso questa immagine,
all'inizio del 1400, fu realizzata una prima cappella
in legno a sua protezione. Solo nel 1460, Antonio Adimari,
signore del vicino castello di Strozzavolpe, fece erigere,
con il contributo del popolo poggibonsese, un oratorio
circondato da un elegante loggiato. Dedicato alla Madonna
della Neve, ebbe il suo massimo splendore nel sec. XVI.,
periodo a cui risalgono anche la maggior parte dei numerosi
ex voto ancora oggi appesi nella parte superiore delle
pareti interne della chiesa.
Dal sec. XVII il Santuario attraversò un lungo
periodo di decadenza. Tale condizione terminò,
dopo alterne vicende e i bombardamenti della Seconda
Guerra Mondiale, il 1 marzo 1967 quando fu eretto a
Parrocchia con parroco Don Fosco Mezzedimi.
Grazie al lascito di questo sacerdote, cultore di storia
poggibonsese, è stato possibile realizzare il
completo restauro del Santuario, iniziato nel 1992 e
terminato nell'anno giubilare 2000.
L' Altare
L'aspetto esterno del Santuario è caratterizzato
dal grazioso ed artistico campanile in cotto, posto
sul lato sinistro della chiesa, risalente al XVI secolo.
Si accede all'interno dal loggiato racchiuso da una
cancellata in ferro battuto, eseguita nel 1926 dai maestri
fabbri Regoli e Stricchi, restaurata nel 1999 da Alessandro
Tanzini e Giuseppe Gistri di Poggibonsi. La chiesa è
ad una sola navata con tetto a capriate; ai lati due
altari del 1612. L'altare maggiore è un'artistica
opera in pietra serena della fine del sec. XV e, alla
stessa epoca, va fatta risalire la stupenda cornice
in legno dorato e dipinto che racchiude l'immagine della
Madonna.
Il Ciborio e la Pieta'
L'artistico ciborio in pietra serena, recentemente restaurato,
è un'opera del 1943 dell'architetto Carlo Del
Zanna di Poggibonsi, donato della Sig.ra Erminia Mostacci,
madre del defunto don Fosco Mezzedimi. Sopra l'altare
è posto un affre
sco del sec. XVI raffigurante il Crocifisso. Della stessa
mano è un secondo affresco, posto nella sacrestia,
fatto eseguire dal benefattore Jacopo dei Caldori nel
1571, rappresentante la Pietà. Nel fregio della
cornice lignea si può ancora leggere: Jacobus
de Caldoris sua sponte fecit MDLXXI.
Entrambe le opere sono state recentemente restaurate
da Sergio Begliardi, mentre le porte lignee esterne
ed interne, risalenti al 1580, sono state restaurate
nel 1993/94 dalla Ditta Fidam di Poggibonsi.
Gli Ex voto
L'interno della chiesa è dominato dalla presenza
degli ex voto. Circa 5000 sono in carta pressata e rappresentano
varie parti del corpo umano, altri invece, circa 90,
sono rappresentati da graziose tavolette dipinte.
Questi segni tangibili di una fede ingenua, ma sincera,
rappresentano la più bella espressione di religiosità
popolare di Poggibonsi dal 1400 ad oggi.
Durante l'ultimo restauro, nel 1994, gli ex voto, ormai
in precario stato di conservazione, vennero completamente
restaurati e catalogati a cura della Soprintendenza
dei Beni Artistici e Storici di Siena. Dopo l'intervento,
curato dal Dott. Alessandro Bagnoli e dal laboratorio
Atelier di Siena, gli ex voto cartacei sono stati ricollocati
sulle pareti del tempio mentre quelli dipinti sono attualmente
custoditi in altro luogo.
La Madonna
La leggenda vuole che l'immagine della Vergine di Romituzzo
fosse stata scoperta, nel 1300, sotto un cumulo di neve
da un contadino attratto dai lamenti da esso provenenti.
Sembra che il masso su cui era raffigurata la Madonna,
inizialmente spostato al lato della strada, ritornasse
nel luogo in cui era stato trovato, e che in quel punto
fosse edificato il primo tabernacolo.
L'affresco venerato nel Santuario è oggi adornato
da due corone in bronzo dorato donate dalla cittadinanza
e realizzate nel 1996 dall'artista poggibonsese Giuseppe
Calonaci.